
Ho finito “Pastorale americana” martedì, quindi non leggevo da quattro giorni (anche se mentre aspettavo Emilia davanti alla palestra di Aikido venerdì ho letto lo smilzo “Il manoscritto” di Brodski). Avevo bisogno di tempo per riprendermi. Questa mattina mi sono svegliato alle sei e sono salito nel mio studio per scegliere un nuovo romanzo. Dopo la storia dello svedese non è stato un compito facile. Sul cilindro metallico accanto alla poltrona, dove poggio tazze, occhiali, chiavi, matite e segnalibri mi aspetta da tempo, in tutta la sua voluminosità, “Jacopo Tintoretto & i suoi figli”. Mi sono detto che non ero ancora pronto per quella lettura, anche se “L’architettrice” mi era piaciuto moltissimo. È che per certe letture bisogna aspettare che arrivi l’ispirazione. Così ho continuato a cercare sugli scaffali finché mi sono fermato davanti al dorso giallo di “La prima indagine di Montalbano”. Un libro usato, dove l’ho acquistato? Le occasioni più probabili sono due: la bancarella della fiera della Ghiara oppure una delle svendite della biblioteca Pablo Neruda, che invece di mandare al macero i libri in esubero periodicamente li mette su un tavolo all’ingresso e li vende a prezzi stracciati (3 libri 5 euro). Non li regala perché è giusto dare valore ai libri e pagarli. Propendo per la svendita in biblioteca.
Poco dopo aver iniziato a leggere, comodamente seduto sulla mia poltrona, mi scopro a ridere, quel riso silenzioso che a intermittenza fa sobbalzare la pancia. Scopro anche che ho gli occhi umidi. La contentezza di aver ritrovato Camilleri.
Camille’ manchi tanto.
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