
Ho iniziato a leggere Murakami Aruki nel 2020, quando il Corriere della sera (su licenza di Einaudi) pubblicò, settimanalmente, la sua opera in 25 volumi. A questi nel tempo se ne sono aggiunti altri due, uno (L’assassinio del Commendatore), pubblicato sempre dal Corriere su licenza Einaudi, e l’altro direttamente da Einaudi, che è il suo editore in Italia (Abbandonare un gatto). Ultimamente sul mio scaffale si è aggiunto, virtualmente, Prima persona singolare, Einaudi, che ho invece letto in ebook su mlol.

Murakami, di cui mi piace la scrittura piana e l’attenzione quasi maniacale dei gesti della vita quotidiana, è un uomo dai molti interessi. Oltre alla scrittura, a cui dedica la maggior parte del suo tempo, ama correre e ascoltare la musica. Murakami, che è un maratoneta serio, alla corsa ha perfino dedicato un libro (L’arte di correre) e per molto tempo non ha mancato di partecipare alle maratone in tutto il mondo, alcune delle quali molto impegnative. Un altro suo interesse è la musica (classica, jazz, pop). Nei suoi romanzi è difficile non incontrare riferimenti a canzoni o a brani musicali, in uno di essi la musica pop è addirittura nel titolo: Norwegian wood (brano dei Beatles, in Rubber Soul, 1965). In altri casi un brano musicale diventa un elemento importante della narrazione, come nel caso della Sinfonietta di Janacek (1926), in 1Q84. Anche a questo interesse per la musica Murakami ha dedicato un libro di cui è autore insieme con Wada Makoto: Ritratti in jazz.

Questi continui riferimenti musicali all’interno del testo mi piacciono molto perché mentre leggo con il mio iPhone vado alla ricerca del brano e lo ascolto, questo mi da la sensazione di essere più vicino alla storia ma anche l’occasione di saperne di più sul brano e/o su chi lo ha composto o eseguito. Così, per esempio, nel caso della Sinfonietta non solo ho potuto ascoltare il brano e documentarmi sul suo compositore ma ho anche scoperto, chi l’avrebbe detto, che Sinfonietta, nel 1970 è stata riarrangiata, nel loro primo album, da un gruppo che ho molto amato, gli ELP (Emerson, Lake & Palmer), con il titolo Knife-Edge.
Ma il massimo del piacere nella ricerca e nell’ascolto della musica durante la lettura del testo l’ho raggiunto con Ritratti in Jazz, scritto e illustrato a quattro mani con Wada Makoto. I due autori propongono 55 schede dedicate ad altrettante figure significative nella storia del jazz, da Charlie Parker a Billie Holiday, da Ella Fitzgerald a Django Reinhardt. Ogni scheda contiene una illustrazione (Wada), un testo (Murakami) e la foto dell’album che contiene il brano commentato nel testo di Murakami.
Ecco come inizia la scheda dedicata a Charlie Parker:
“I musicisti che suonarono nell’Lp Bird and Diz erano una congrega sorprendente. Dizzy Gillespie e il basso Curley Russell avevano la mano ragionevolmente sicura. Il produttore Norman Granz porto però con sé il batterista Buddy Rich, mentre Bird (Parker) fece entrare il pianista Thelonius Monk, che all’epoca era senza lavoro. Messi insieme, formavano un quintetto del tutto privo di coerenza.”
Nella scheda Murakami concentra l’attenzione sul ruolo che nel quintetto di Bird and Diz giocava il batterista (Rich), in particolare sul rapporto tra il suo modo di suonare la batteria e il pianista (Monk). Come esempio Murakami cita la performance di Rich nel brano Bloomdido.
Ascolta Bloomdido
“Avevo intenzione di scrivere su Charlie Parker, e ho finito per parlare quasi solo di Buddy Rich.”
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