La scuola

Periodo italiano. Dopo aver letto i romanzi anomali di Camilleri passo a Starnone, sempre su MLOL, in particolare alla raccolta dei romanzi dedicati alla scuola. Mi ricordo di quando tanti anni fa leggevo i suoi corsivi su il manifesto, corsivi dai quali ha ricavato spunti per i suoi romanzi “scolastici”.
Oggi è il primo maggio 2024, la festa del lavoro e dei lavoratori. Mi sembra giusto dare spazio a quello che in fondo è stato il mio mondo e il mio lavoro, la scuola, l’insegnamento.
Confesso che non provo nostalgia dei 45 anni passati nel mondo della scuola e dell’università, né il desiderio di continuare a occuparmi dei problemi e dei temi connessi alla scuola e all’insegnamento. Sono stati anni di grande impegno, di cambiamenti, di entusiasmi e di qualche delusione. E’ stato il mio lavoro, la somma di tanti lavori, che ho fortemente voluto, tuttavia il giorno in cui sono andato in pensione ho sentito chiuaramente che stavo voltando pagina. E così è stato, dal primo giorno. Leggere del prof. Starnone e dei suoi allievi, della loro quotidianità scolastica, da un lato regala qualche sorriso divertito dall’altro rattrista perché nelle pagine di Starnone, insegnante e scrittore, è rappresentata una scuola che non cambia e se lo fa, raramente, lo fa con tempi biblici. La burocrazia, gli organi collegiali anchilosati, le dinamiche con i colleghi, le aspettative delle famiglie, in quarant’anni (in Ex cattedra l’anno scolastico è quello del 1985-1986) sostanzialmente non sono cambiati. Penso a quando si comparano i tempi dell’evoluzione dell’universo (inizio 13,5 miliardi di anni fa) con quelli dell’evoluzione dell’homo sapiens (inizio trecentomila anni fa): sulla scala del tempo la storia umana rispetto a quella dell’universo equivale a un battito di ciglia. Comunque, non è necessario ricorrere a questi esempi estremi. Chi ha frequentato e continua a frequentare il mondo della scuola (io dopo la pensione continuo a frequentarla come rappresentante di classe nella scuola di mia figlia) sa bene che è cambiato pochissimo, che in qualche aspetto si è addirittura tornati indietro. Quindi, per tornare alla lettura di Starnone, insieme a qualche sorriso le pagine di Ex cattedra portano anche tristezza e sconforto.

“… Io, per esempio, sono subito corso in 4a E a fare il mio dovere interrogando l’allievo Di Marco su Machiavelli e Guicciardini. Lui ha detto che se l’aspettava. E a me e ai compagni ha raccontato che la notte scorsa mi aveva sognato. Ero tutto vestito di nero come la morte, ghignavo e avevo spianato il mitra su tutta la classe. Poi ecco che sparavo, ma l’arma, invece di fare rat rat, faceva tre-quattr, tre-quattr fiottando cifre, sicché tutti si gettavano sotto i banchi gridando pietà. Allora ho detto: ‘Siedi Di Marco, sarà per un’altra volta’. E mi sono messo a parlare del tempo: in specie di questo inverno incipiente del nostro scontento.”

Ecco, gli insegnanti e l’inverno incipiente del loro scontento.
Buon primo maggio!

Dal 1975 al 2020, prima come maestro elementare poi come professore universitario, ho praticato, studiato e insegnato la pedagogia, la docimologia, le tecnologie didattiche. Da pensionato leggo, scrivo, cammino, viaggio e sto lontano dai cantieri.

Luciano Cecconi

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