
Amo leggere i romanzi polizieschi, ne leggo tanti e nella quantità capita di tutto. Di solito intervallo le mie letture cosiddette impegnate (Dostoevskij, Bulgakov, Proust, Rushdie, Melville, Calvino, Fenoglio etc.) con letture cosiddette leggere (Connelly, Manzini, De Giovanni, Carlotto, Heinechen, Ellroy etc.), quasi tutte appartenenti al genere poliziesco (e al genere maschile). Lo so, la distinzione tra letture impegnate e letture leggere è inadeguata, soprattutto in alcuni casi, tuttavia la uso per comodità e per esprimere la mia necessità di passare il tempo con leggerezza, trascinato dalla trama, dalla tensione, dalla curiosità di scoprire il colpevole, di vedere come va a finire. Per me le letture leggere sono quelle che non necessariamente mi donano il piacere del testo ben scritto, come se fosse una bella partitura musicale che mi risuona dentro, o che stimolano la mia mente a riflettere su un tema o un problema; per me le letture leggere sono quelle che incollano la mia attenzione a una trama ben costruita, che la tengono sospesa tra una pagina e l’altra. Poi, a dimostrazione che le classificazioni lasciano il tempo che trovano, esistono autori che oltre al talento della narrazione possiedono anche il dono della scrittura. Ecco, per loro la distinzione tra lettura impegnata e lettura leggera non vale. Parlando di polizieschi è il caso, per esempio, di Simenon che possiede al massimo livello sia il dono della scrittura sia il talento della narrazione. Ma anche di Camilleri. Un altro autore che secondo me si colloca oltre la distinzione tra impegnato e leggero è Manuel Vazquez Montalban. L’ho letto, romanzo dopo romanzo, fino al suo “ultimo volo” dall’aeroporto di Bangok. Pepe Carvalho ci manca molto. Tra gli italiani contemporanei, sempre per il genere poliziesco, un autore che merita ammirazione sia per le storie che racconta sia per i testi con cui le racconta è Maurizio de Giovanni. Seguo con grande interesse le indagini del commissario Ricciardi.
Tutto questo “pippone” per riferire del mio ultimo poliziesco, finito proprio oggi: “Il figlio sbagliato”, di Camilla Läckberg. Purtroppo ho iniziato a leggerla partendo dal suo ultimo romanzo, l’undicesimo della serie di Fjällbacka, quindi non ho potuto apprezzare l’accumularsi di dettagli e di storie, romanzo dopo romanzo, con cui Läckberg ha fatto crescere i suoi personaggi. Anni fa avevo seguito con grande interesse la trilogia di Stieg Larsson, mi piacevano le ambientazioni scandinave. Le ambientazioni per me sono importanti: le città, le strade, i paesaggi, le abitazioni, i modi di vivere, aiutano a scoprire paesi lontani, mi permettono di fantasticare e immaginare di camminare per quelle strade, di entrare in quelle case, di sedermi in quei bar, di mangiare in quei ristoranti. Questa caratteristica ha contribuito a farmi “viaggiare”, per esempio, nel Giappone di Murakami, nella Los Angeles di Connelly (ma anche di Ellroy), nella Parigi di Simenon o nella Normandia di Proust. I fiordi scandinavi mi hanno sempre affascinato, purtroppo non li ho mai visitati. Sono arrivato fino a Elsinore, al castello di Kronborg, ad un passo dalla Svezia, ma non sono andato oltre. Ho passato un paio di giorni a leggere Camilla Läckberg, non mi sono annoiato (come a volte mi è capitato, per esempio con “Questa tempesta”, di Ellroy) ma non sono stato preso né dalla scrittura né dalla narrazione, che presenta non poche forzature e alcune soluzioni narrative troppo facili o scontate. La mia compagna, lettrice compulsiva che ha letto quasi tutta la serie di Fjällbacka, mi ha consigliato di inziare dal primo della serie. Non so, forse lo farò. Ma non ora.
In questi giorni se n’è andato Paul Auster e mi è venuta voglia di rileggerlo, così dallo scaffale ho preso “Trilogia di New York” e l’ho poggiato accanto alla mia poltrona. E’ arrivato il turno delle letture impegnate.
Poi chissà, cambierò genere, non quello letterario. Leggerò un poliziesco scritto da una donna. La mia compagna, consulente preziosa, mi ha suggerito Robert Galbraith, pseudonimo dietro il quale si cela Joanne Rowling, meglio nota come J. K. Rowling. Anche qui si tratta di una serie, quella del detective Cormoran Strike.
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