Domenica delle palme

Il mio Ulivo della pace

Oggi, domenica 13 aprile 2025, si celebra la Domenica delle Palme. Questa festa, per i fedeli cristiani (cattolici, ortodossi e protestanti) ricorda l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, poco prima di essere crocefisso e prima della sua resurrezione, che verrà celebrata domenica prossima, il giorno di Pasqua. La Domenica delle Palme, ricorda Papa Francesco, ci invita a portare nel cuore il messaggio di pace, di fraternità e di accoglienza. 

Ecco, da non credente ho simpatia per Francesco e condivido in pieno l’importanza di questi tre valori ma non posso dimenticare quanto la realtà odierna sia lontana da essi anni luce. Non c’è pace nell’Ucraina invasa, non c’è pace proprio in quella Palestina dove Gesù fu prima accolto trionfalmente e poi crocefisso. Non c’è fraternità in un mondo dove la disuguaglianza sociale ha raggiunto livelli scandalosi, dove un pazzo scatenato, eletto democraticamente presidente del paese più potente del mondo, sobilla gli uni contro gli altri su scala planetaria e progetta di deportare i palestinesi e trasformare Gaza, già trasformata in un cimitero senza tombe, in un resort per le vacanze. Non c’è accoglienza per gli ultimi e più sfortunati, soprattutto nel continente più ricco che si affaccia su un mare, il Mediterraneo, che è diventato la fossa comune più grande del mondo, dove riposano senza pace migliaia di uomini, donne e bambini che speravano nell’accoglienza dei fratelli più ricchi ma sono stati lasciati morire in fondo al mare senza un nome e senza una degna sepoltura.

Ecco, lo scarto tra la realtà che tutti possono osservare, ma che molti fanno finta di non vedere, e quanto si immagina essa debba essere è enorme, tanto grande da rendere improponibile qualsiasi speranza di cambiamento.

Tempi duri, tempi bui.

Dal 1975 al 2020, prima come maestro elementare poi come professore universitario, ho praticato, studiato e insegnato la pedagogia, la docimologia, le tecnologie didattiche. Da pensionato leggo, scrivo, cammino, viaggio e sto lontano dai cantieri.

Luciano Cecconi

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