Le conseguenze delle scelte

Ogni scelta ha la sua conseguenza.
Così se sei di sinistra, democratico o antifascista, e scegli di non andare a votare quando ci sono le elezioni politiche devi mettere in conto che il tuo voto mancato ai partiti democratici e antifascisti (o a una loro coalizione, se c’è) aumenta la probabilità che al governo vadano i tuoi avversari politici (nel noastro caso i fascisti). E tutto questo avrà (ha) delle conseguenze. Infatti, le scelte di questo governo avranno (hanno) delle conseguenze, e le avranno (hanno) anche su di te che non hai votato.

Alcuni diranno “non vado a votare perché nessuno mi rappresenta”, tragico errore. Se non trovi qualcuno che ti rappresenta, chi più chi meno, troverai sicuramente qualcuno che ti governa, che tu abbia votato o no. Non vivi in una bolla separata dalla realtà, avrai bisogno di cure mediche in questo paese e non nella tua bolla, manderai i tuoi figli a scuola in questo paese e non nella tua bolla, vorrai manifestare il tuo pensiero in questo paese e non nella tua bolla. Insomma, dovrai vivere giorno dopo giorno in questo paese, che anche grazie alla tua scelta di non andare a votare è governato da fascisti (o post-fascisti se suona meglio).

Altre scelte, altre conseguenze.

Se tu sei un dirigente politico di un partito che si dichiara democratico e antifascista e scegli di non cercare l’unità con altre forze politiche, privilegiando l’interesse del tuo partito, o il tuo personale, invece di quello degli elettori democratici e antifascisti (ma anche di quelli conservatori e/o fascisti, perché alla fine ci rimetteranno anche loro), la tua scelta avrà delle conseguenze nefaste perché se non hai contribuito a formare un’alleanza democratica e antifascista (ma anche solo autenticamente democratica) in grado di vincere le elezioni hai indirettamente contribuito a far vincere forze politiche che non sono né democratiche né antifasciste. Una brutta colpa, specialmente se quell’alleanza l’hai addirittura ostacolata, di quelle che in un paese normale (?) giustificherebbero dimissioni e uscite di scena definitive.

Per dirla tutta, trovo piuttosto sterile l’indignazione nei confronti delle scelte di questo governo a guida fascista. Le scelte governative riguardo al fisco, alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali, all’informazione, alla cultura, all’ordine pubblico sono assolutamente coerenti con la storia e la cultura di chi attualmente ci governa. Mi chiedo: cosa ci si aspettava, per fare un solo esempio, che i celerini porgessero mazzi di fiori agli studenti, poco più che adolescenti, che manifestavano in piazza? Cosa c’è di più coerente con il modo fascista di garantire l’ordine pubblico di un bel sacco di manganellate della serie “dieci contro uno”?

Ecco, piuttosto che trovarmi con tante anime belle che oggi si indignano e protestano per le manganellate e che domani scelgono di non votare (se elettori) o di fare scelte politiche settarie e anti unitarie (se dirigenti politici) preferisco di gran lunga ritrovarmi con tante anime semplici che si rimboccano le maniche e diventano militanti di una riscossa elettorale unitaria (perché in un paese democratico è questa l’unica strada). Porta a porta, con i parenti, con gli amici, con i colleghi, con i vicini. Insomma con tutti quelli che capitano a tiro. Come si faceva una volta.

Dal 1975 al 2020, prima come maestro elementare poi come professore universitario, ho praticato, studiato e insegnato la pedagogia, la docimologia, le tecnologie didattiche. Da pensionato leggo, scrivo, cammino, viaggio e sto lontano dai cantieri.

Luciano Cecconi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.