Andrea Camilleri era un grande che esprimeva il suo straordinario talento in molte forme, era un drammaturgo, uno sceneggiatore, un attore, un regista, uno scrittore, un poeta, un docente. Non si risparmiava, inoltre, nell’impegno civile e politico.
Come scrittore di romanzi sono diversi i generi in cui si è cimentato. Quello per cui ha ottenuto una grande fama tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila, la serie poliziesca del commissario Montalbano, è solo uno di essi. Camilleri ha anche scritto saggi, romanzi storici, romanzi fantastici, romanzi di fantasia dedicati a grandi pittori, thriller.
I due romanzi che segnalo in questa pagina e che ho letto nelle ultime settimane sono l’esempio dei tanti generi praticati da Camilleri, molto lontani dallo standard narrativo e linguistico della serie Montalbano.
La scomparsa di Patò
Il primo è il godibilissimo “La scomparsa di Patò”, definito “romanzo epistolare” perché costruito mettendo insieme lettere, verbali, rapporti, articoli di giornale, manifesti murali, leggibili tutti nel loro tipico formato di stampa.
Un direttore di banca, tal ragioniere Antonio Patò, scompare nel nulla al termine della sacra rappresentazione della passione di Cristo, il “Mortorio”, dove lui interpreta la parte di Giuda. Tra Vigata e Montelusa iniziano le indagini ostacolate prima dalla rivalità tra le Forze di Pubblica Sicurezza e l’Arma dei Carabinieri e poi, quando queste decidono di collaborare fraternamente, dalle tante interferenze della politica, della stampa e di eccentrici personaggi di passaggio. Riferire qui dell’esilarante intreccio costruito da Camilleri è inutile. Vale la pena di leggere la storia dalla prima all’ultima pagina.

Un sabato, con gli amici
Il discorso è ancora diverso per “Un sabato, con gli amici”, a ragione definito un romanzo anomalo nella produzione di Camilleri. Se avessi letto il romanzo senza conoscerne l’autore non sare mai riuscito a risalire a Camilleri. Non c’è nulla nel testo che può ricondurre a lui. La lingua è un italiano asciutto, secco, privo di espressioni dialettali e di riferimenti ironici. La storia è organizzata in undici capitoli intitolati semplicemente con il numerto cardinale, da uno a undici. Vengono presentati sette personaggi che Camilleri trasporta da una infanzia segnata da un trauma all’età adulta, ad una vita borghese apparentemente pacificata. Ma non è così, i nodi vengono al pettine e la tragedia si compie.

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